Per la prima volta è un personaggio maschile ad agitare le pagine di un romanzo di Dacia Maraini. La vincitrice del Premio Campiello alla carriera si espone con La bambina e il sognatore, una storia che parla di amore paterno, di solitudine, di perdita e di un assoluta passione per i libri. Nani Sapienza è un professore che ama fare il suo mestiere, interessare i suoi alunni con storie stravaganti e bellissime, ma che spesso va fuori dai rigidi programmi imposti dalla scuola. Se gli allievi lo amano, gli altri docenti e la preside lo guardano male, anche perché lui fa il simpatico, mentre gli altri cercano disperatamente di stare al passo con la programmazione. Un giorno però la sua vita privata sconfina in quella lavorativa perché una bambina scompare e Nani Sapienza decide di cercarla, disperatamente e con l’aiuto dei suoi piccoli allievi. Il motivo di tanta tenacia, lo scopriremo pagina dopo pagina, è la morte della figlia della stessa età della scomparsa, qualche anno prima. Di lei rimangono solo tante foto in casa e la consapevolezza che la malattia, la leucemia, l’ha spazzata via per sempre dalle sue braccia. Con lei è scomparso anche l’amore coniugale e la presenza della moglie di Nani in casa. La scomparsa di questa bambina in città lo rende inquieto e lo spinge a cercarla perché ritrovare lei vorrebbe dire un po’ ritrovare la sua piccola e la sua paternità perduta. In un romanzo che narra il senso dell’assoluto, della felicità da ritrovare nelle piccole cose e nell’insegnamento che è genitorialità, Dacia Maraini regala al suo pubblico un altro memorabile personaggio.